Nelle nostre mani

La Terra è nelle nostre mani
Noi che fingiamo
Di essere intelligenti
Davanti a tutto il Creato
Ora e solo ora
Abbiamo la responsabilità
Di futuro, presente e passato

E se ancora, sbagliando,
Pensiamo che sia affare dei potenti
In realtà commettiamo
Lo stesso errore
Di chi ha donato, ai propri figli
Siringhe di dolore
Sangue infetto dello stesso sangue

Ancora silenziosamente prego
Che in una prossima incarnazione
Io possa soffrire. Essere vittima
Di ciò che la mia passività
Ha lentamente causato.

Affinché io possa capire
Senza giudizio e senza condanna
Cosa quotidianamente stiamo perdendo.
Affinché io possa sentire
Sulla mia pelle
L’agghiacciante, sordo e inerme urlo
Della nostra Madre Terra

Unica divinità tangibile
Di un’umanità persa, cieca e perversa
Umanità che comprende anche me
Con i miei pregi e i miei difetti
Sogni, obiettivi e speranze
Sensazioni, ricordi ed emozioni
Che sbiadiscono ed evaporano
Davanti al Bene comune
Di fronte al Bene supremo
Unica eredità importante
Cicatrizzata sotto la fragile pelle
Dei nostri prossimi discendenti

4 risposte a "Nelle nostre mani"

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  1. l’importanza e l’unicità del nostro Pianeta, sempre più distrutto, invaso da plastica, deturpato di ogni cosa. Senza contare i cambiamenti climatici, che l’uomo stesso ha creato, e dei quali ora è vittima impotente.

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  2. In tutta onestà, non spero che in una prossima vita io mi ritrovi sempre e ancora ciò che ho già vissuto, perché quel che descrivi è il presente; confido in qualcosa di meglio e nel frattempo, il senso di responsabilità che tu auspichi, lo sto mettendo in campo, perché una vita migliore, bisogna pur guadagnarsela, in questo presente, o in un altro, fa lo stesso.

    Piace a 1 persona

    1. Grazie per il tuo commento.

      Sì, quello che descrivo è il presente. Il futuro potrebbe essere uguale o addirittura peggiore, se viviamo seguendo inerzia e molti degli schemi imposti da società ed economia moderna. Per costruire un domani migliore invece, ognuno di noi deve fornire il proprio piccolo contributo. La passività non va bene: occorre (metaforicamente o meno) aggredire la realtà.

      Mi piace molto la riflessione che fai, concludendo con “una vita migliore bisogna pur guadagnarsela”. È questo il nocciolo della questione: anche scaricare la responsabilità su altri è comunque una sorta di fuga da quel dovere condiviso da ogni essere vivente.

      Nulla è scontato. Nulla va dato per scontato. Neanche l’aria che respiriamo.

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